LA FELICITA’ E’ TUTTO?

Dalla felicità al benessere psicologico.

Ho iniziato ad interessarmi alla tematica felicità quasi per caso. Avevo infatti intenzione di scrivere un articolo sul funzionamento psicologico positivo detto anche benessere psicologico, quando mi sono imbattuta in un articolo ben noto alla comunità scientifica riguardante le sei caratteristiche principali del benessere psicologico.

Ho riletto l’articolo più e più volte e sempre avevo l’impressione di aver lasciato indietro qualcosa di importante, un anello fondamentale che mi dava la sensazione di non aver compreso pienamente il senso.

Allora ho ripreso buona parte della letteratura scientifica in merito al benessere psicologico, pensando che quello fosse il modo migliore per trovare la risposta.

Ho lasciato l’articolo e i libri a se stessi e ho iniziato a scrivere qualcosa pensando che la cosa più importante per i miei lettori, fosse capire quali sono queste benedette caratteristiche da possedere per definire il proprio funzionamento psicologico come positivo.

E già avevo in mente il titolo: Cosa vuol dire star bene psicologicamente? Le sei caratteristiche del funzionamento psicologico positivo.

Bello vero? ero riuscita a seguire le regole dei blogger! cioè creare l’aspettativa dell’esistenza di un prodotto/ricetta da utilizzare per sentirsi felici finalmente.

Ma, man mano che scrivevo mi sentivo sempre più insoddisfatta. Le parole mi sembravano sempre più vuote, insignificanti. La domanda che mi perseguitava era “ma davvero è utile che io scriva questo elenco?”

Dopo qualche giorno, utilizzato per dare tempo al mio pre-conscio di farsi strada e trovare la porta della coscienza, sono ritornata all’articolo originario. Il mio occhio ha trovato l’anello focalizzandosi subito sulla prima parte del titolo: Happiness Is Everything? La felicità è tutto?

A questo punto la catena associativa dei miei pensieri si è subito dispiegata, legandosi ad alcuni riferimenti filosofici sulla felicità presenti nel testo.

  • E mentre riprendevo i testi di filosofia, rileggendo ciò che in proposito della felicitàhanno detto e scritto Talete, Platone, Aristotele per poi bloccarsi in Kant.
  • E mentre apprendevo che la Costituzione americana include la ricerca della felicitàtra i diritti naturali e inalienabili dell’uomo.
  • E poi rileggevo “Istruzioni per rendersi infelici” (P. Watzlawick)

In mezzo a tutto questo si facevano strada pensieri, immagini, domande, idee. Tutte più o meno contemporaneamente:

 #1 La filosofia

Ma perchè dovrei sapere io e più in generale noi, qualcosa per la quale schiere di filosofi e secoli di filosofia si sono interrogati dando le più svariate risposte, per poi concludere con l’irraggiungibilità della felicità (Kant) e riprenderla e collocarla nel mondo sociale senza però definirla compiutamente?

#2 Le ricette per la felicità

E com’è che a schiere di presuntosi saccenti viene permesso di scrivere e arricchirsi con le tanto agognate e desiderate ricette per raggiungere la felicità?

Da qui l’idea: e se avessero ragione loro? e se non fossero presuntosi e saccenti e sapessero invece davvero come si fa ad essere felici e ci indicassero la strada per il benessere psicologico?

Allora mi sono messa a cercare in google le migliori ricette per la felicità, convinta di volerle seguire almeno per una settimana per poi potermi ricredere e dirvi: “hei è vero! funzionano”. Ma ahimè, dopo aver letto qualche riga……sono scoppiata a ridere. Ridere si!

Cose del tipo: Libera il tuo cuore dall’odio (mi viene in mente la strega di biancaneve!) oppure restiamo positivi e ancora siamo coraggiosi…..non sono proprio riuscita ad andare oltre.

Come se la felicità ed il benessere psicologico fossero il risultato dell’adozione di un atteggiamento mentale:

  • Ma davvero riesci ad importi di essere positivo?
  • Davvero se non sei coraggioso puoi diventarlo dicendoti “sono coraggioso” (come il simpatico coniglietto di Peter coniglio!)?
  • Veramente se sai che le persone più felici, quelle che hanno un funzionamento psicologico ottimale, sono quelle con più amici e con una vita sociale attiva e piena, allora ti metterai lì ad uscire tutte le sere e socializzare?
  • Least but not last, puoi davvero pensare di liberare la tua mente dall’odio così, soffiandoci sopra?

#3 Felicità e benessere psicologico

Avrai sicuramente notato che ho utilizzato quasi in maniera alternativa le parole felicità e quella di benessere psicologico. Un caso? una confusione?

Certamente no. Leggendo i testi di filosofia, gli articoli di psicologia e raccogliendo le suggestioni qua e là, ho notato che questi due concetti hanno molto in comune

Ora, facendo un passo indietro in direzione della filosofia (madre della psicologia!) ho riscoperto che:

  1. per Aristotele la felicità è il bene sommo dal quale tutti gli altri dipendono, anche la buona salute;
  2. Epicuro definiva la felicità come “non soffrire e non agitarsi”. Ma l’aspetto fondamentale è il suo individuare i due aspetti della felicità nell’assenza del dolore nel corpo (aponia) e nell’assenza di turbamento nell’anima (atarassia)
  3. Nel dizionario di filosofia di Abbagnano, alla parola felicità si legge: “in generale uno stato di soddisfazione dovuto alla propria situazione nel mondo”

Se hai letto il mio articolo  sei sicuro di essere in buona salute?, sai già che il benessere psicologico (o funzionamento psicologico positivo) si riferisce al grado in cui ti senti positivo e soddisfatto della tua vita.

A questo punto, non sembra anche a te che i due concetti, la felicità e il benessere psicologico, rinviano allo stesso significato?

“Come diceva il filosofo Wittgenstein, le parole che scegliamo cambiano il mondo nel quale noi stessi viviamo e cambiano il mondo di coloro che incontriamo.”(cit. da Eugenio Borgna in “Le parole della salute mentale. Conversando con Eugenio Borgna”).

E quali sono quindi le conseguenze o cosa implica riferirsi alla propria soddisfazione e positività nei riguardi della vita, con la parola felicità o con la dizione benessere psicologico?

Ti lascio con questa domanda, sperando che questa e le altre che ho lanciato nel testo, stimolino non solo la mia riflessione ma anche la tua!

In conclusione

Quello che nelle intenzioni iniziali e presuntuose doveva essere un articolo definitivo sul benessere psicologico si è trasformato via via, in una parziale riflessione sulla felicità e sull’utilizzo delle parole che usiamo per definirla. L’articolo si trasforma allora in parte introduttiva di un work in progress ambizioso e complesso del quale non riesco a prefigurare le conclusioni ma solo tracciare i punti di partenza:

  1. Cosa dicono la filosofia contemporanea, la psicologia e la psicoanalisi a proposito della felicità?
  2. Cosa cambia nel nostro mondo, nel modo in cui lo abitiamo, se parliamo di benessere psicologico invece che di felicità?

Non dimenticarti di farmi conoscere la tua opinione a riguardo!

Buona riflessione e soprattutto Buona Salute

Eleonora Vivo

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