
11 Gen L’Emozione Negativa: a cosa serve e perchè la proviamo.
Date al dolore la parola. Il dolore che non parla sussurra al cuore oppresso e gli intima di spezzarsi” (W. Shakespeare)
L’uomo è fatto di emozione prima che di pensiero. Il pensiero attorno all’emozione può non esserci. L’emozione invece resta. Da un punto di vista evolutivo le emozioni vengono prima del pensiero e della capacità di pensarle, elaborarle, integrarle, tollerarle. La funzione delle emozioni negative come la paura ad esempio, è quella di informarci sulla pericolosità o meno degli stimoli ambientali. Questo ci consente di mettere in atto la conseguente azione per la salvaguardia della sopravvivenza (attacco o fuga ad esempio).
Talvolta però, ci sembra che il collegamento tra l’emozione, soprattutto quella negativa, e lo stimolo che la provoca, sia assente, scarsamente rintracciabile. Così sperimentiamo il vissuto emotivo negativo e mettiamo in atto la risposta comportamentale più o meno adeguata all’emozione. Ma entrambe, l’emozione e il comportamento, sembrano, a noi stessi e agli altri, fuori luogo, inappropriate, esagerate. Non riusciamo a capire perchè le proviamo.
Spesso le persone chiedono aiuto allo psicologo proprio perchè non riescono a rintracciare l’origine di queste emozioni negative, non se ne spiegano i motivi e le circostanze. Alla fine, dopo aver sperimentato per alcune volte questa spiacevole situazione, iniziamo a comportarci in modo tale da evitare a tutti i costi l’emozione negativa e ci allontaniamo da tutte quelle situazioni che sembrano provocarla.
L’universo delle cose che possiamo fare si restringe sempre di più: uscire con gli amici, fare una passeggiata, andare a fare la spesa, andare ad una festa, sostenere un esame, lavorare. Tutte queste normali e semplici attività diventano pesanti, faticose, inaffrontabili, indesiderate.
E’ il caso dell’ansia, del panico, della fobia. L’emozione negativa si allontana sempre di più dalla sua origine e il suo significato svanisce.
Quando l’emozione non ha voce…
“L’emozione non ha voce…” è una celebre frase di una nota canzone italiana. In quel caso ha un’accezione positiva e si riferisce ad una situazione ben desiderata da molti anche se, nei fatti, sembra descrivere proprio quello che accade durante un attacco di ansia o paura! Quando manca il pensiero, manca l’elaborazione, manca la parola, l’emozione negativa non può dire di sè. Non trova un adeguato spazio per essere comunicata e così può irrompere con una forza la cui intensità è pari a quella della repressione esercitata (come lo scoppio di ira ad esempio).
Oppure può essere rivolta come un’arma verso la persona stessa che la prova. Altre volte, come ci ricorda il poeta, può prendere la via del corpo e parlarci attraverso uno o più sintomi fisici. Paura, tristezza, ansia, angoscia, vergogna, colpa, svilimento del sè, mortificazione…. la loro intensità può accrescersi fino a diventare intollerabile presenza.
Buona Salute
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