Come aiutare le vittime del bullismo?

Oggi parliamo di come le vittime del bullismo possono essere aiutate a fronteggiare la situazione e a ridurre gli effetti negativi che invece potrebbero protrarsi nel tempo.

L’articolo è stato selezionato, tradotto e rielaborato per noi dalla collega Francesca Bolognesi.

Buona lettura

Eleonora Vivo

Come fronteggiare il bullismo

(prima parte)

di Matt Newman

Tradotto e rivisitato da Francesca Bolognesi

Recenti ricerche scientifiche sostengono che gli atti di bullismo possano provocare un impatto duraturo sulla salute sia mentale che fisica. Tuttavia sembra che questo impatto prolungato nel tempo possa dipendere dal modo in cui le vittime fronteggiano tale situazione.

Nel Novembre del 2000, Dawn Marie Wesley, una ragazzina di 14 anni residente a Vancouver, si è tolta la vita per sfuggire ai ripetuti atti di bullismo scolastici. Nella sua lettera di addio, scrive ai suoi familiari “ se provo a cercare aiuto, sarà ancora peggio”. Scelgono sempre una nuova vittima e sono sempre più violente. Se parlo verranno sospese e allora niente e nessuno le fermerà”.

Jodee Blanco, un dirigente pubblicitario, è stata vittima del bullismo durante la sua infanzia. Quando cambiò scuola, fu nuovamente presa di mira e isolata per essersi ribellata ai suoi aggressori.

In un recente libro (Blanco,2003), Jodee descrive le sue passate  esperienze come vittima del bullismo e la sua rivincita personale. Come scrive lei stessa “quando sei un emarginato puoi diventare un solitario rancoroso che passa la vita ad arrabbiarsi con il mondo … oppure puoi mettere le tue energie in qualcosa che ami  o in una passione dove ti senti appagato e con il tempo forse verrai ricompensato”.

Purtroppo, si sentono molte storie di ragazzini tormentati psicologicamente dai bulli. Tra queste ci sono due tipici scenari: la vittima vede il suicidio come l’unica speranza per uscire da questo vortice di umiliazioni e tormenti mentre, nell’altro, la vittima riesce con il tempo ad affrontare questa problematica.

L’impatto negativo del bullismo

Recenti ricerche sullo stress provocato dal bullismo affermano  che  questo ha un forte impatto negativo e prolungato nel tempo nelle sue vittime, ma  la sua natura e la sua estensione potrebbero dipendere da come le vittime imparano a fronteggiarlo.

Ricerche condotte negli ultimi 20 anni suggeriscono che le vittime del bullismonell’infanzia e nell’adolescenza sono maggiormente esposte a sviluppare depressione, ansia e  pensieri suicidari ( Griffith & Gross , 2004).

Recenti studi campionari e di comunità (Roth, Coles, & Heimberg, 2002 e Faith, Storch, Roberti, & Ledley, 2007) indicano che i ricordi degli adolescenti che sono stati ridicolizzati e presi in giro sono positivamente associate con ansia, depressione e solitudine nell’età adulta.

Da un recente studio  (Newmann, Holden & Delville, 2011) è emerso che gli studenti universitari con una storia di vittimizzazione  riportano un aumento di stress e un incrementato uso di strategie di coping  di tipo evitante come l’utilizzo di alcol e droghe per fronteggiare lo stress.

Uno studio di quest’anno pubblicato nell’American Journal of Psychiatry suggerisce che l’impatto negativo provocato dal bullismo può prolungarsi per decenni. Louise Arsenault e i suoi colleghi hanno analizzato I dati di uno studio longitudinale su piu’ di 7.000 partecipanti nel British National Child Development Study. Tutti i partecipanti erano nati nel 1958 , ed  erano stati vittime del  bullismo nel periodo di età tra 7 e 11 anni. Successivamente sono stati effettuati 2 follow up all’età di 23 e 50 anni, ed in entrambi i casi le vittime di bullismo riportavano maggiori tassi di stress psicologico come ansia depressione e ideazione suicidaria.

La buona notizia per le vittime del bullismo

La buona notizia per le vittime del bullismo riguarda la possibilità di superare gli effetti negativi facendo in modo che questa terribile esperienza del passato non abbia conseguenze negative per la propria vita futura.

Leggi la seconda parte dell’articolo per scoprire cosa suggeriscono in proposito le ricerche scientifiche condotte in questo campo.

Buona Salute

Eleonora Vivo e Francesca Bolognesi

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